Gwen tirò l'anello di pietra e la botola si aprì.
Da dentro proveniva un fetido insopportabile, come se lì sotto stessero marcendo le intere viscere del mondo.
“Accidenti...” disse coprendosi il volto Nikolaj “... ma che diavolo sta imputridendo qui sotto? E' pestilenziale!” Tossendo.
“Pensi troppo ai tuoi servi.” Disse il volto nello specchio a Lys. “Ti hanno distratto, facendoti preferire lo svago alla tua missione. Io non tollero gli errori. Per questo ti saranno sottratti. Porta a compimento la tua missione se non vuoi conoscere la mia ira. Lascia stare il mio pupillo, piuttosto concentrati sul nostro nemico. Ora è a Monsperone...”
Il ritratto era lì, davanti a Dacey.
Quegli occhi scuri ed enigmatici, l'espressione assolta, lo sguardo lontano, oltre l'orizzonte visivo del quadro.
Allora lei vide quegli occhi fissarla.
Muoversi su di lei, raggiungendo lo sguardo della ragazza.
“Ho attraversato gli oceani infiniti di notti senza stelle, senza Luna e senza speranza... ho iniziato a cercarti prima che tutto ciò cominciasse, rincorrendoti in sonni senza sogni, fra le lacerate ed ingiallite pagine del Tempo, fra la prosa perduta dei crepuscoli e la poesia di aurore sconosciute...”
“Dacey...” disse ad un tratto una voce alle sue spalle, destandola da quella misteriosa visione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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