Elv guardò perplesso Gwen.
“Ehi...” disse “... cosa c'è? Cosa ti rende sospettosa o inquieta?”
Intanto la bambina camminava davanti a loro, senza smettere di intonare quella filastrocca in rima.
Icarius era come imbambolato, mentre Altea si stese accanto a lui, con la testa sul suo petto.
“Io...” disse col viso arrossato lui “... freddo? Ma no...” abbozzando un sorriso imbarazzato “... io... non capisco cosa dite, madama...” guardandola paonazzo.
Icarius era poco un giovane dall'animo semplice e sincero, introverso e poco esperto in fatto di donne.
Ultimamente aveva incontrato dame bellissime, come Lys, Clio ed ora Altea.
Come tutti i giovani era poco incline al romanticismo, ai discorsi riguardanti amori tormentati ed animi solitari, ma invece molto influenzabile dall'avvenenza femminile fine a se stessa.
Dacey si stese e provò a dormire.
Era però inquieta ed il sonno tardò ad arrivare.
Reddas si accucciò su una pietra bassa e chiuse gli occhi per riposare.
Dacey percepiva qualcosa intorno a quell'uomo.
Come se strane forze agissero nelle azioni e nelle intenzioni di quel cavaliere.
La sua spada, al chiarore del fuoco che scoppiettava, pareva assumere strani e misteriosi bagliori.
Ad un tratto la ragazza iniziò a sentire qualcosa.
Forse era il vento che sibilava nelle murature, o magari solo la legna che si consumava nel fuoco.
Ma poi le parve di ascoltare delle voci, dei lamenti.
Come se qualcuno aleggiasse in quel luogo dimenticato, fra quelle murature consumate e diroccate.
Voci vaghe, lontane, indistinte, confuse.
O forse era solo la voce della notte che parlava alle ombre ed agli incanti di quelle tenebre infinite.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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