Il servo subito aprì ed Altea poté entrare nel palazzo.
Il servo subito la accompagnò in casa.
“Madama...” disse “... gradite qualcosa di caldo?”
Arrivò la moglie del servo.
“Chi è questa dama?” Chiese al marito e lui le raccontò tutto.
Allora anche la donna salutò con rispetto Altea.
“Siamo i soli servi rimasti, madama.” Il servo ad Altea. “Gli altri sono andati a lavorare altrove. In pratica siamo i custodi di questo palazzo.”
Il bacio di Gwen, caldo e morbido, invitante, generoso, sensuale.
Le mani di lei presero a sbottonare la camicia di lui, che subito cominciò ad aiutarla.
In un attimo rimase a petto nudo, con i suoi muscoli asciutti e sottili, la pelle liscia e le mani affusolate che iniziarono ad accarezzare la bella vampira.
“Chissà” disse baciandola “com'è fatta una vampira nuda...” sorridendo sulle labbra di lei.
Procuratasi quella candela, Dacey continuò a vagare fra le sale del palazzo avvolte da una silenziosa penombra.
Ad un tratto, ai piedi di una larga scalinata, intravide un dipinto.
Era un ritratto e dagli abiti non poteva essere che il barone.
Era di aspetto gradevole, sguardo enigmatico che sembrava fissare un punto indefinito e fuori dal piano visivo del ritratto.