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Vecchio 27-04-2018, 16.17.27   #890
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Un tempo sono stato un nobile signore e grande guerriero...” disse la figura spettrale ad Altea “... questo palazzo era la mia dimora e molti uomini erano ai miei ordini... ero l'ultimo Afragolignonese in questa terra... avrei dovuto andar via come gli altri cavalieri, ma invece decisi di restare in questi miei possedimenti... la malvagità però della gente del posto era pronta a colpirmi... il barone col tradimento uccise molti dei miei e confiscò le mie terre... io mi nascosi nei boschi ma venni catturato... senza alcun processo fui poi giustiziato... sul patibolo però gridai vendetta, maledicendo il mio nome fino a quando non avessi ucciso il barone ed i suoi discendenti... è rimasto l'ultimo... l'ultimo discendente del barone... si tratta di lord Misk, signore di Monsperone... fino a quando resterà vivo io non avrò pace...”



Gwen trovò Ivan nel salotto e gli parlò della misteriosa bestia vista in giardino.
Subito lui si alzò ed afferrò una scure ampia e dalla lama seghettata.
I due uscirono.
Fuori era tutto buio ed Ivan aveva con sé una torcia per vincere le tenebre ed i suoi misteri.
“Sembra non ci sia nulla...” disse lui guardandosi intorno.



Icarius si bloccò davanti a Lys ed ai suoi atteggiamenti.
Lei portò la mano si lui sul suo abito, all'altezza del seno, mentre la mano di lei scendeva ad accarezzargli il petto, fino a raggiungere i suoi pantaloni, dove era più eccitato.
“Madama...” disse lui deglutendo e col viso paonazzo “... io... io vi chiedo scusa... non disobbedirò più...” immobile ed imbarazzato davanti a lei.



Dopo essersi lavata e cambiata, Dacey scese nel salone al pianoterra, dove suo fratello la stava attendendo per la cena.
La stanza appariva ampia ed alta, con al centro una lunga tavola rettangolare di solida quercia ben tagliata e lucidata a dovere.
Il camino che con la sua fuliggine col tempo aveva annerito le pareti della sala ora era spento e spettava ad alcune lampade illuminare l'ambiente.
Il Maresciallo era seduto ed attendeva sua sorella.
“Di nuovo bentornata, Dacey.” Disse bevendo. “Ora finalmente posso accogliere come si deve mia sorella. Purtroppo qui al palazzo c'è sempre da fare. Sono tempi complicati per Monsperone... sua signoria il barone è ancora prigioniero... ma tu cosa mi racconti? Il tuo viaggio?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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