Clio sfogliò il libello e vi notò subito uno stile arcaico, solenne, con una grafia gotica e misterioso.
Inoltre vi erano varie illustrazioni, molto antiche, raffiguranti immagini demoniache, mostruose ed inquietanti.
Intanto il pomeriggio volava via velocemente e l'imbrunire indicava l'avvento imminente del crepuscolo sulla città.
Vanbelv annuì a Gwen.
“Sono rammaricato e mortificato.” Disse infine. “Ma era mio dovere accertarmi di ogni cosa. Purtroppo conosco la patologia di cui dite e della quale siete affetti. Purtroppo l'ignoranza porta spesso a vedere fantasmi e demoni dove invece c'è solo l'imperfezione umana e le sue miserie.”
“Si...” fingendosi afflitta Tatiana.
Ad un tratto si sentì una risata grottesca e delirante giungere dal piano superiore.
Era Roze, rinchiusa nella sua camera, come se il senno l'avesse del tutto abbandonata.
“In Nome del Cielo...” stupito ed impressionato Vanbelv “... cos'è?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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