Elv annuì a Gwen.
“Si...” disse piano.
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò con forza al portone.
Tatiana corse a vedere attraverso le tendine.
“Credo sia il dottore... è arrivato.” Tutta tesa.
La cittadina di Monsperone consisteva in una serie di abitati, pressopiù assemblati gli uni sugli altri in cerchio, seguendo il corso del fortilizio alto medioevale che ancora sosteneva con un basso muro a scarpa i fianchi del colle sul quale si ergeva.
Case, palazzi e chiese erano racchiuse dalle mura antiche, scandite su ogni lato da un pesante barbacane, con al centro il palazzo baronale.
Rimasta invariata per secoli, la cittadina negli ultimi anni, col suo aspetto pittoresco e la posizione nel cuore di Chanty, aveva attirato molti danarosi residenti, perlopiù legati da relazioni feudali e di vassallaggio col barone, le cui ville facevano capolino nei boschi circostanti.
Aegos e Clio raggiunsero la porta principale ed entrarono in città.
“Magari, madama, ciò che ai miei occhi è bello e lodevole ai vostri, invece, potrebbe risultare futile, banale, se non addirittura licenzioso.” Disse lui facendole l'occhiolino.