Sembrava aver funzionato, Aegos piantò lì quella sua canzoncina oscena e prese ad inseguirmi.
Io risi e mi lanciai al galoppo, desiderosa di perdermi in quel momento di spensieratezza rubato alla vita.
Mi piaceva cavalcare, mi distraeva da tutti i pensieri che mi opprimevano, come se in sella ad Ercole tutto potesse scomparire, anche il terrible incanto che mi aveva rovinato la vita.
E in quel momento, tutto era amplificato dalla presenza di Aegos, che non sapevo perché ma mi piaceva, mi metteva di buon umore anche se non faceva che tentare di mettermi in imbarazzo.
Lui accettò la sfida e si lanciò al mio inseguimento, riuscii a tenerlo per un po' ma poi mi superò senza quasii che me ne accorgessi.
"Ehi!" ridendo, e spronando nuovamente Ercole, che però si impennò e mi scaraventò a terra.
Fortuna che nei miei lunghi ed estenuanti addestramenti di combattimento, imparare a cadere era una cosa fondamentale, e ormai il mio corpo aveva recepito perfettamente il messaggio anche se ormai era molto tempo che non combattevo più.
Lo sapevo che era parte di me e che non sarei stata più me stessa senza combattere, ma sapevo anche che era per colpa di quel mio desiderio innaturale per una ragazza che mi ero cacciata in quel guaio, ogni volta che accarezzavo la mia spada non facevo che pensare al fatto che avevo barattato la vita della mia famiglia con quella lama perfetta. Non lo sapevo, certo, ma questo non mi faceva sentire meno in colpa.
E mentre nei primi anni la mia reazione era imparare a combattere con tutte le mie forze proprio perchè se non l'avessi fatto tutto sarebbe stato ancora più vano, ora che non c'era arma che non avesse segreti per me era subentrato il senso di colpa, e il desiderio di voler fare un sacrificio nella speranza che potesse aiutarmi nel mio processo di redenzione.
Ad ogni modo, il mio corpo non sa tutte queste elucubrazioni mentali e quello che ha imparato lo mette in pratica, specie in una situazione di pericolo come quella.
Immediatamente quindi porto il braccio destro davanti alla faccia, il palmo rivolto verso l'esterno, piego la schiena appallottolandomi, e cado facendo una capriola che mi permette però di rialzarmi in guardia, un ginocchio a terra e l'altro pronto a scattare, le mani protese in avanti.... arrossii violentemente quando mi resi conto di aver mostrato quell'automatismo davanti allo stalliere.
Abbassai le braccia da quella posizione bellicosa, e alzai timidamente lo sguardo su di lui.
"Aiutami ad alzarmi!" ordinai, cercando di essere un po' più autoritaria di quanto non fosse il mio primo istinto.
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