Arrossii lievemente a quelle parole del ragazzo.
Mi trovava bella?
Poi il suo tono, così irriverente, quasi volesse provocarmi.
"Sono fortunata dunque, se posso contare su tanta devozione!" con una voce più calda di quanto avessi in programma, e un sorriso.
Dovevo imparare ad essere più autoritaria, effettivamente, ad avere più polso coi servi, ricordandomi che erano tenuti a fare tutto ciò che desideravo.
Prospettiva allettante, certo, ma a volte avrei desiderato la compagnia di qualcuno che apprezzasse davvero la mia compagnia e non che fosse obbligato a sopportarmi. Il ragazzo, però, sembrava andarci a nozze col mio imbarazzo, quasi che lo divertisse vedere una padrona che non riusciva nemmeno a dare ordine.
Lo osservai andare via, sparire nelle scuderie, mentre restavo accanto ad Ercole, che accarezzavo distrattamente.
"Come ti chiami, ragazzo?" cercando di fare una voce più distaccata e autoritaria rispetto a prima.