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Vecchio 11-04-2018, 17.01.07   #207
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Le loro grida echeggiarono libere e lascive in tutto il palazzo, giungendo anche al pianterreno, dove in una saletta di ricevimento il messo del Maresciallo beveva vino.
Nell'udire quelle urla di puro piacere, l'uomo guardò Stuarto che restò invece impassibile.
Nella stanza della lussuria la bella Lys, sudata ed appagata si alzò per lavarsi e prepararsi.
“Sei proprio una sgualdrina...” disse ridendo un soddisfatto Aegos, tutto nudo sul letto “... madama è una sgualdrina... madama è una sgualdrina... madama è una sgualdrina...” canticchiò divertito l'aitante stalliere, guardandola mentre si preparava.
Poi la disinibita dama scese di sotto, presentandosi al messo in tutto il suo lascivo splendore, con un abito mozzafiato che non faceva nulla per celare le forme e la bellezza di Lys.
L'uomo ovviamente la guardò con forte desiderio, avendola sentita gridare di piacere e vedendola ora con quell'abito meravigliosamente audace.
Tutta Monsperone avrebbe perso la testa per una simile donna pensò.
“Madama, è un onore...” alzandosi in piedi e salutandola con un inchino “... prego, la carrozza attendeva solo lei.”
E partirono.

Tatiana era sempre titubante, Gwen invece si mostrava non solo curiosa, ma anche estremamente sicura di sé.
Dopotutto un motivo ci sarà se era lei il capo in quel palazzo.
Così le due bellissime vampire cominciarono a passeggiare nel cortile, tra il silenzio della notte e le sue ombre inquiete e spettrali.
Ad un tratto le due intravidero qualcosa.
Prima un'ombra, vaga e sfuggente, poi una figura scura, avvolta dal sinistro manto della notte.


Quel fruscio fuori dalla finestra era ben diverso dal ronfare rozzo di Fulminaccio che dormiva accanto a lei.
Altea si alzò e si avvicinò alla finestra.
Notò allora che il grosso olmo del cortile, che saliva fin quasi all'altezza della sua camera da letto, aveva qualcuno appollaiato sopra un ramo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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