Uno strano cocchiere depositò i bagagli all'ingresso, poi aprì lo sportello per permettere al nostro ospite di scendere.
Allora, si mostrò a noi un individuo non di molto dissimile da quello immaginato da me e Nikolaj, infatti gli scoccai un'occhiata complice.
L'età che segnava, ruga per ruga, il volto del vampiro, era notevole, ma sembrava quasi essere il suo punto di forza.
C'era qualcosa di così vetusto e venerabile in lui, di temibile, ma anche meritevole di assoluto e totale rispetto, come una Divinità verso cui si nutrano timore e adorazione al contempo, ecco quello che sentivo non solo in me, ma anche nei miei compagni.
Ed era anche un po' quello che leggevo negli occhi di Isabel quando guardava Nikolaj.
Ma ora non era il momento di divagare.
Il vampiro bruno lo invitò ad entrare ed io mi avvicinai, esibendomi in un rispettoso inchino.
"Io sono Gwen Ygraal, Milord. Posso solo dire di essere onorata di potervi accogliere nella mia modesta dimora" con un cenno del capo e con la mano gli indicai la sala, camminando appena poco davanti a lui per fargli strada.
"Immagino sia stato un lungo viaggio fin qui e certe occasioni sono troppo rare per non festeggiare" con un sorriso cortese, mentre mi avvicinavo ad una vetrina in mogano.
Ne tirai fuori una bottiglia molto pregiata, e no, non era vino.
Divisi il liquido in calici e offrii questi a tutti i presenti.
"Al nostro ospite" sollevando il bicchiere verso di lui, che avevo fatto accomodare sulla poltrona accanto al divano.
La sua espressione era tagliente e affilata come lame di spade che abbiano combattuto infinite e sanguinose guerre, uscendone sempre indenni e non vedevo l'ora di sapere di più da questo uomo che sembrava racchiudere in sé l'essenza stessa della nostra razza.
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