Visualizza messaggio singolo
Vecchio 11-04-2018, 01.02.46   #189
Clio
Disattivato
 
L'avatar di Clio
Registrazione: 16-09-2012
Residenza: Mediolanvm
Messaggi: 8,176
Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Era qualcosa di divino, di paradisiaco, di celestiale... anche se in realtà era peccaminoso, oscuro, bestiale.
Ma non mi importava, o meglio, era quello che volevo.
Non desideravo la redenzione, né la Grazia, desideravo solo il piacere, la lussuria, il godimento più assoluto.
E quello, quello era il mio paradiso.
Quelle spinte vigorose, quei gemiti sempre più forti, quell'ardore incontrollato, forte, intenso, quello sguardo che si rifletteva nel mio, un azzurro che sembrava tingersi di rosso tanto era lo sforzo della passione.
Il modo impetuoso in cui si muoveva, in cui lanciava il suo corpo in quella cavalcata selvaggia, il suo respiro accelerato, la sua virilità sempre così salda, sicura, forte in me, mi mandavano completamente in estasi.
Quando poi mi afferrò i seni e iniziò a stringerli, toccarli, tenendoli fermi da quella corsa impazzita, altre scariche di piacere intenso e assoluto si diramavano in me.
Calde e intense scariche che rendevano il mio corpo il più devoto tempio del piacere, del desiderio, della lussuria sfrenata.
Abbassai lo sguardo folle su di lui, e lo vidi, quello sguardo, quell'espressione così persa, così rapita, così preda dei miei stessi istinti, delle mie stesse passioni, dei miei stessi tumulti, così impetuosi da riuscire a farmi perdere ogni senno.
E lo persi, il senno, lo persi il controllo.
La vista di quello sguardo, il piacere sempre crescente che dal mio sesso invaso dal suo si diramava in ogni parte di me, i suoi gemiti, il suo ardore, il mio desiderio... era troppo.
Il mio sguardo mutò ancora, giungendo ad essere quasi rosso dalla passione.
Mi lasciai andare, completamente, mi lanciai in quella cavalcata come se avessi abbandonato le briglie del mio stallone e avessi iniziato a lasciarmi condurre da lui, al galoppo, il più sfrenato dei galoppi, su e giù dalle colline, in un movimento estatico, continuo, folle.
Così mi muovevo sopra di lui: sempre più intensamente, sempre più velocemente, con un piacere che cresceva sempre di più in me.
E gridai, gridai, gridai senza quasi accorgermene.
Mi aggrappavo alla spalliera del letto e mi muovevo con una frenesia e una bramosia che non erano seconde a null'altro al mondo, era una corsa disperata ed estatica, un crescendo infinito che poteva finire solo sulla vetta più alta e allora correvo, ancora e ancora, galoppavo sul mio meraviglioso stallone sempre più veloce... e gridavo, perchè null'altro potevo fare quando un piacere così grande, così immenso, così folle si impossessava di me, mi faceva sua, mi sconvolgeva, mi rapiva, mi estasiava, mi dominava, mi divorava.
Oh sì, questa è la vera vita... sorella mia, non sai che ti perdi.
Clio non è connesso