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Vecchio 10-04-2018, 17.15.56   #171
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Elv guardò di nuovo Gwen negli occhi e senza aggiunger altro uscì dalla stanza.
Come ordinato dalla bella vampira dai capelli rossi, Marko aveva preparato uno ei cavalli con cui Setto ed Elv erano arrivati al palazzo.
Il giovane viaggiatore montò in sella ed andò via, sotto lo sguardo enigmatico di Nikolaj che lo guardava da dietro le tendine di una finestra.

Lys, in balia di un'eccitazione sempre più forte si si tolse la sottana, gettandola in un angolo della stanza diventata di colpo bollente.
Aegos allora restò a guardarla con i seni ormai liberi.
La guardava rapito, estasia da quelle forme sode e perfette, calde ed invitanti, ardenti e peccaminose.
La guardava toccando quei seni ben fatti, con le dite e le mani che li avvolgevano, li tenevano stretti.
Guardava perso ed eccitato tutta quella grazia con occhi lascivi.
La giunonica padrona cominciò a spogliarlo e lui subito le diede una mano, muovendosi come un forsennato sotto di lei per togliersi la camicia ed abbassarsi i pantaloni.
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò.
“Madama...” disse da fuori Stuarto “... posso entrare?”

“Si, lo sono.” Disse il ragazzo guardando negli occhi Altea. “Non dovrei esserlo? Siete sposata, no? E se anche foste libera magari neanche degnereste di uno sguardo uno sciocco ragazzo come me, vero? Ma a me non importa nulla.” Con un impeto nella voce che sembrò accendere ancor più i suoi occhi chiari. “Non mi importa di niente e di nessuno che non siate voi.”
Il portone si aprì ed apparve Salamano, che naturalmente non aveva sentito nulla di ciò che il nipote aveva detto ad Altea.
“Ben tornata, madama.” Salutando la padrona. “Prego, vostro marito è già andato a letto. Era molto stanco.”
Furio invece si fiondò nel portone e corse via, verso il cortile.
“Ehi, che modi!” Lo riprese suo zio. “Perdonatelo, deve ancora imparare bene l'educazione, signora.” Sorridendo il vecchio alla bella dama.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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