I suoi occhi si fecero ardenti, caldi, sempre più intensi, erano il riflesso dei miei.
Allora mi abbassai a baciarlo e lo intrappolai tra le mie labbra, ancora e ancora.
Bramavo sempre di più il nettare che poteva darmi, l'ardore e la passione che mi consumavano.
I nostri baci erano pura lussuria, le nostre mani si rincorrevano sui nostri corpi ancora e ancora, con una bramosia che cresceva ogni momento di più.
Poi le sue mani su di me, sotto quella sottoveste che non era altro che un impiccio al momento.
Riuscì lo stesso a raggiungere il mio seno, però, prendendolo fra le mani e facendomi sfuggire un lungo gemito di piacere.
A quel contatto il mio sguardo si incendiò ancora di più.
Allora, vinta dalla frenesia della passione la tolgo, dall'alto, la butto via in un angolo.
Non serviva più ora, da quel momento esisteva solo la nostra cieca lussuria.
Iniziai a spogliarlo, in modo rapido, frenetico, ansimando appena.
"Spogliati!" ordino in un sussurro fatto di gemiti.
Lo volevo tutto, lo volevo subito, lì, adesso.
Non ero abituata ad aspettare, nessuno più di me sapeva quanto fosse prezioso il poco tempo che ci veniva concesso, e intendevo assaporarne appieno ogni istante.
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