L'autobus intraprese la nuova direzione e Gwen si abbandonò a guardare il panorama dal finestrino per distrarsi.
Com'era bella la brughiera sotto i raggi obliqui del Sole pomeridiano, tra bagliori verdastri di giallo e rosato, lungo la campagna che si tingeva di lunghe ombre tra dossi e fossati ammantati di fiori e foglie.
Nuvole lontane, dense e bianchissime, parevano disegnare orizzonti di fantastici viaggi e luoghi perduti, lasciando luccichii dorati e di cobalto nei ruscelli che zigzagavano nella radura campestre.
Un cartello indicava prossime le Cinque Vie e vecchie magioni abbandonate dormivano quiete sogni d'altri tempi.
“Se il tragitto più lungo rende necessaria una sosta ditemelo pure.” Disse il conducente ai passeggeri.
Il gobbo vide Clio svolazzare in quel lenzuolo che l'avvolgeva ancora imbrattata da ciò che era successo con Ordifren.
Anche le altre erano in condizioni simili, suscitando nel deforme servo dello scienziato pensieri tutt'altro che puri.
Appena le ragazze furono chiuse in bagno per pulirsi, lui subito si accovacciò contro la serratura e cominciò a spiarle voglioso.
Herbert rise a quello sfogo legittimo di Nyoko.
La sua risata era sempre più irritante.
“Beh, quel ragazzo è invischiato in questo mistero più di quanto pensi.” Disse divertito. “Vuoi aiutarlo? Allora diamoci da fare!”
Ad un tratto un bagliore invase la stanza.
Apparve una giovane donna.
“Sono Lia...” ai due angeli “... sono stata inviata per voi...” sorridendo con candore.
Il rampollo sorrise ad Altea e prese lo champagne.
“Mi occupavo della mia casa e dei fiori della mia serra...” disse aprendo la bottiglia “... io adoro i fiori... sogno di vedere un giorno il leggendario Fiore Azzurro...”
Ma poi la gamba di Altea si strofinò contro quella di lui ed il ragazzo cominciò a diventare paonazzo ed a guardarla con un sorriso ebete ed impacciato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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