Stainyus sorrise ad Altea.
“E' giusto che ognuno ragioni come vuole, signora.” Disse. “Per quanto mi riguarda la parola di un uomo come il dottor Ordifren vale più di qualsiasi altra certezza. Posso cominciare il ritratto?” Al rampollo.
“Si, certo.” Annuì questi.
Era l'alcova del piacere più assoluto, sfrenato, travolgente.
La stanza echeggiava dei loro gemiti e delle loro grida.
Ordifren stava in trono come un re, attorniato da quelle ragazze nude ed accaldate, mentre Clio a cavalcioni su di lui si lasciava penetrare fino in fondo all'anima.
Sussultava sfrenata su quell'uomo dal fascino dannato e dalla carica erotica straordinaria.
Si impalava su quell'idolo carnale di perdizione con sempre più slancio e vigore.
Come una puledra da domare si faceva montare dal suo padrone che la faceva galoppare in modo scatenato sui sentieri del godimento e della depravazione.
Lui la teneva per le mani, intrecciando le sue dita a quelle di lei mentre la profanava tutta, penetrandola ed invadendola con tutto se stesso.
Nitriva e gemeva a quel gioco spinto e sozzo, giovandosi dell'impeto di quell'uomo dal fascino inquieto ed inquietante.
Sentiva il suo corpo ardere, sudare e senza accorgersene cominciò a spogliarsi, senza però che lui cessasse per un solo attimo di cavalcarla.
I suoi capelli biondi svolazzavano ovunque, sentiva un bruciore che la tormentava ed un piacere che la consolava.
Ogni spinta, ogni slancio la stravolgevano tutta.
Sentiva i capezzoli dei seni in fiamme, la pelle quasi bruciarsi nello strofinarsi sui vestiti di lui.
Ma non smetteva, non cessava di muoversi, di salire e di scendere su quell'altare pagano e profano, immolandosi all'abisso più basso della dissolutezza umana.
Godeva forte, godeva tutta.
Sentiva di affogare in quel lago che sotto di lei sembrava volerla portare sul fondo del piacere profano.
Un lago profondo che continuava a bagnarla tutta, in modo inesorabile.
Sudava e godeva, gemeva e gridava.
La teneva per le mani stretta a lui e la ragazza quasi impazziva ad ogni movimento.
Lo sentiva entrare, penetrare, perforare, lacerare e traviare il suo corpo.
Si sentiva persa, sporca ma magnificamente appagata.
Clio si sentiva folle.