Quella figura.
Austera, oscura, imponente, elegante.
Quella figura aveva catturato il mio sguardo fin da quando era scesa dal treno, ora che veniva verso di noi ero come ipnotizzata, come rapita da quell’immagine che incuteva timore reverenziale, rispetto, ammirazione... paura quasi, al solo guardarlo.
Quando mi passò accanto e il suo sguardo si posò su di me ebbi come un brivido che mi attraversò la schiena.
Senza rendermene conto avevo gli occhi fissi nei suoi, in quell’azzurro così strano, simile al mio.
Quando mi oltrepassò tirai come un sospiro, continuando a fissare imbambolata la figura che si allontanava.
Dopo qualche istante mi ridestai.
“Avanti ragazze, seguiamoli e raggiungiamo le altre alla villa” ordinai.
È così facemmo.
|