Guisgard annuì poco convinto Altea.
Aveva con sé una sola valigia e dentro aveva ben custodito la scatola a cui sembrava tenere tanto.
Scesero giù e salutarono gli altri, poi raggiunsero l'auto di Altea e partirono.
Anche gli altri lasciarono il castello, eccetto Ergolin che vi restò a sorvegliarlo.
“Io ricordo tutto, cara ragazza.” Disse Blake a Clio. “Ma quando andò via la luce nessuno si accorse di nulla di particolare. Sono convinto che di fantasmi a casa mia non ce ne siano.” Ridendo. “Beh...” guardando l'orologio “... temo di dover andare ora, ragazze... il mio ospite arriverà in stazione tra meno di un'ora.” Annuendo.
La donna sorrise a Gwen, in modo poco convinto, lasciando che lei ed Elv terminassero di mangiare.
Un cupo silenzio era sceso nell'osteria.
Ad un tratto la porta si aprì di colpo ed entrò un pastore.
Era agitato, forse persino impaurito, col respiro corto.
“Ehi...” disse uno dei presenti “... cos'hai?”
“Le...” balbettò il pastore “... le mie pecore... di nuovo... le ho trovate di nuovo decapitate... quattro... nessun animale mozza le teste...” sudato.
Pavel guardò Nyoko negli occhi.
“Si...” disse, tornando a fissare i suoi seni.
Quei seni che il giovane non smetteva di toccare, di accarezzare.
Li toccava tutti, con entrambe le mani, disegnandone i tratti, la forma, stringendoli piano, per poi far scivolare le dita fra la loro piega, arrivando infine a premere ancora, delicatamente, sui suoi capezzoli che erano sempre più sporgenti, più gonfi, più sensibili.
“Ti piace?” Mormorò Pavel.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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