Mi guardò e sorrise, un po' compiaciuto e un po' malizioso.
Poi il suo tono, così caldo e basso che mi provocò un brivido.
Poi mi prese e per mano e, attraverso l'appartamento in penombra, raggiungemmo lo studio.
Entrai nella stanza, indossai il vestito bianco, sciolsi i capelli, ora più mossi e valorosi per l'acconciatura, e tornai da lui.
"Pronta" mormorai, con un sorriso accennato.
Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk