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			Quelle figure.Entrarono nella stanza, coperti dalla cupa penombra.
 Fissavano Altea e Gwen con sguardi sinistri.
 Ad un tratto alcuni degli uomini stesi sui tavoli cominciarono a muoversi.
 Si alzarono, mostrando un aspetto ora diverso.
 Erano deformi, con la fronte ed il mento sporgenti, i capelli crespi e scuri, i tratti quasi bestiali.
 Circondarono le due ragazze.
 Un tuono si udì da fuori.
 Era la tempesta, poi più nulla.
 
 I gemiti del capo riempivano la stanza, così come il vapore ed il calore della loro eccitazione.
 Lui era teso, in piedi, tutti i muscoli protesi ed eccitato alla follia.
 Guidava la testa di Clio ormai sempre più dedita a quel gioco.
 Era un ritmo incalzante, sfrenato, assolutamente travolgente.
 Lei lo sentiva cedere.
 Non poteva più resistere.
 Non poteva, non voleva.
 Continuava la brava cameriera.
 Continua.
 Veloce, decisa, eccitata.
 I gemiti di lui.
 L'odore della sua virilità, il denso sapore dei suoi umori, della sua linfa vitale.
 “Clio...” disse lui stringendo i biondi capelli di lei “... Clio... Clio... ahhhhh...” cedendo finalmente “... ohhhhh...” con tutto il coprpo prima teso, poi liberato e rilassato “... uhhhhh...”
 Lei lo senti espolodere.
 Come la forza della tempesta che impazzava fuori e che investiva tutta 'isola.
 Sentì il suo mare in fermento, tumultuoso esplodere ed invadere la sua lingua, le sue labbra, sommergendola.
 Lui gemeva e si abbandonava ora libero a quel piacere senza limiti.
 Gli occhi azzurri di lui, resi chiari ed appannati da tutto ciò, si aprirono e cercarono quelli di lei.
 Fu un lungo e caldo istante.
 Il boato di un tuono lontano.
 Poi più nulla.
 
				__________________AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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