Quel gioco di passione e ardore sembrava non voler finire mai.
Ero ormai completamente persa, follemente lanciata in quella corsa senza freni, senza confini, senza controllo alcuni.
Avevo dimenticato ogni cosa che si trovasse fuori da quella porta, il vapore era il nostro mondo, i gemiti l’unica musica che volevo sentire, l’azzurro dei suoi occhi l’unico mare in cui volevo perdermi, in cui non vedevo l’ora di annegare e il suo sapore l’unico che desideravo sulle mie labbra.
Avevo tutto quello che volevo più di ogni altra cosa al mondo racchiuso in quella stanza, avvolto da quel vapore.
Più lui gemeva più io mi eccitavo, sempre di più, sempre di più.
Ormai ero folle di eccitazione, avevo perso il controllo, definitivamente.
Poi le sue parole, così appassionate e intense, mi mandavano fuori di testa, poi quel tono, oh quel tono mi faceva impazzire.
Non ero più lucida, non ero più in me, ero folle di eccitazione, accecata dal desiderio dalla bramosia, dalla passione.
Sentivo che era al limite, sentivo che stava per cedere.
Allora aumentai il ritmo, ancora e ancora, guardandolo negli occhi.
Lo volevo, lo volevo disperatamente, volevo che esplodesse in me, tutto, che mi inondasse con il suo godimento, il suo piacere.
Volevo sentirlo gridare, gemere, invocare il mio nome.
Avrei voluto vivere quel momento all’infinito, ancora e ancora.
Ero folle di passione e di ardore.
“Oh si...” dicevano i miei occhi, lo incitavano, lo chiamavano, lo spronavano ad abbandonarsi totalmente.
“Oh si... mostrami quanto infinito sia il nostro piacere...” era ciò che dicevano i miei occhi ardenti e folli fissi nei suoi mentre il ritmo serrato si faceva sempre più intenso, per portarlo al limite.
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