Disattivato
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Quegli occhi su di me.
Quegli occhi che non mi stancavo mai di guardare.
Ogni volta che li osservavo avevano una sfumatura nuova, un’espressione che mi sorprendeva.
In quel momento mi accorsi che quell’azzurro non era del tutto uniforme, ma formato di mille striature che andavano dal bianco all’azzurro, fondendosi in un colore inconfondibile, che avrei riconosciuto tra mille.
Ma c’era dell’altro, al centro, vicino alla pupilla c’era come uno sprazzo d’oro, quasi la macchia che il sole lascia sul mare quando ci si specchia verso il meriggio.
Erano gli occhi più belli che avessi mai visto in vita mia.
Gli sorrisi,un sorriso complice, sensuale, e gli feci cenno di seguirmi.
“Il bagno è pronto, signore...” sorrisi.
Lo precedetti nella stanza madida di vapore, calore, dove tutto era soffuso e l’atmosfera rovente come i nostri corpi ardenti che gridavano perché li lasciassimo liberi di amarci.
Ma quel gioco non era finito.. anzi, era appena entrato nel vivo.
E io ero completamente soggiogata da tutto quello, da lui, dai suoi occhi, dalla sua voce, da ogni cosa in quella stanza, quell’intesa tra di noi.
Una volta nella stanza m voltai verso di lui con un sorriso enigmatico.
“Ora dovrebbe spogliarsi, signore..” sussurro con voce calda “Lasci che l’aiuti...”.
Allora mi avvicinai a lui e iniziai a spogliarlo, pezzo dopo pezzo, alzando lo guardo a cercare il suo di tanto in tanto.
Gli tolsi la giacca con un movimento lento, come se volessi prendermi tutto il tempo per assaporare quel momento, poi la riposi ordinatamente sul mobiletto.
Quando tornai da lui iniziai a sbottonargli la camicia, guardandolo negli occhi per tutto il tempo, e scoprii poi il suo petto vigoroso è forte.
Anche la camicia finí piegata accanto alla giacca.
A quel punto mi inginocchiai davanti a lui, fissandolo sempre, e gli tolsi prima una scarpa poi l’altra, che posai in disparte, senza alzarmi.
A quel punto, sempre in ginocchio, slacciai la cintura che teneva i suoi pantaloni, la slacciai e li feci scivolare a terra, scoprendo così le sue gambe e rendendo impossibile nascondere la sua eccitazione, che osservai senza pudore per un lungo istante con un sorrisetto compiaciuto.
Ma doveva fare il bagno, e non poteva farlo certo con i vestiti addosso.
Sentivo il mio corpo fremere, la mia eccitazione crescere mentre le mie mani salivano fino a toccare il suo intimo, indugiandoci sopra più del dovuto, per assaporare tutta la durezza della sua eccitazione, alzando poi gli occhi, sottomessi ma impertinenti a cercare i suoi.
E fu così, con gli occhi incatenati l’uno nell’azzurro dell’altro, che lo denudai del tutto, restando ad ammirarlo, sempre più ardente, in tutta la sua bellezza.
Poi lì, inginocchiata davanti a lui, con gli occhi ardenti, folli, eccitati nei suoi, gli sussurrai: “Ora è pronto per il bagno, signore...” per poi lasciare che lo sguardo accarezzasse tutto il suo corpo, come avrebbero voluto fare le mie mani e la mia bocca.
“Posso fare altro per lei?” Con un sorriso eccitato, malizioso, perso “Voglio che il mio signore sia soddisfatto, lo sa...” con voce calda e sensuale.
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