Gwen, Musain e gli altri militari scesero dalla barca, ritrovandosi oltre un declivio, dove scorreva un ruscello.
L'aria era perfettamente tranquilla ed un coniglio sbucando da un cespuglio corse verso un vicino pendio.
Era un luogo ammirevole.
Il ruscello era limpido, azzurrognolo e nascosto appena dalla lussureggiante vegetazione.
Le rive di quel corso d'acqua vi erano un groviglio di arbusti ben celati da una nebbiolina bluastra scaturita dalla vicina cascatella.
“Cominciamo a guardarci in giro” disse Musain ai suoi “ed a cercare tracce.”
La cascata scendeva leggera, generando una nebbiolina fantastica di infinite goccioline d'acqua.
I corpi dei due amanti erano nudi e bagnati, caldi ed eccitati.
Altea raggiunse la mascolinità prorompente di Hiss, stringendola forte.
Poteva così tastare quanto quell'uomo fosse eccitato e potente.
Più lei stringeva, più lui la guardava negli occhi.
Occhi persi in quell'atmosfera di primordiale passione ed illibato amore.
Allora lei si sedette sull'evaso, in modo che l'uomo potesse prenderla, penetrarla, farla sua.
Entrare dentro di lei e diventare una sola cosa.
Quel momento fu intimo e profondo, totale ed assoluto.
I due restarono con gli sguardi uniti.
Un piccolo gemito si lesse sul volto dell'attrice, poi piano lui cominciò a muoversi, a spingere prima lentamente, poi sempre più deciso, dando così inizio a quella danza di piacere.