L'uomo aveva allontanato con decisione il grottesco individuo che raggiunse la prua e ci restò, guardando di tanto in tanto le tre donne incuriosite.
Allontanata la figura deforme, Altea, Gwen e Clio si resero conto in che stato fosse il ponte di quella nave.
Era orribilmente e schifosamente sudicio, con pezzi di carote, broccoli, cavoli ed altre verdure sparsa qui e là, di un fetido che neanche la brezza marina copriva fino in fondo.
In qualche punto vi erano persino macchie di vomito.
Un branco di cani da caccia, legati all'albero maestro, con museruole abbaiava rabbioso verso le tre ragazze.
Accanto all'albero di mezzana un enorme giaguaro stava rinchiuso in una gabbia così stretta da impedirgli ogni movimento.
Sotto la murata di dritta c'erano delle stia piene di conigli.
Altre contenevano tacchini, anatre ed una gabbia più grande racchiudeva una capra.
Il fetore del ponte era insopportabile.
L'uomo guardò Altea.
“Siamo diretti verso le acque del Sud...” disse “... per vendere questi animali.” Con tono cupo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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