La notte trascorsa lenta, silenziosa.
Vi era nebbia ovunque.
Sorse il Sole, si alzò un vento salato e spazzò via la foschia, gonfiando però il mare.
La scialuppa cominciò a beccheggiare ed i cavalloni erano sempre più alti e minacciosi.
Per tutta la mattinata la barca fu spinta a destra e a manca, imbarcando acqua e sussultando forte.
Tre delle donne a bordo finirono in acqua ed annegarono.
O forse furono preda per le fauci di qualche pescecane.
Verso Mezzogiorno il vento si calmò e la scialuppa smise di sussultare.
Erano rimasti in cinque.
Un uomo, Gwen, Altea, Clio ed Idora.
Erano in alto mare, forse a migliaia di miglia dalla costa più vicina, senza cibo e soprattutto senza acqua.
Trascorse un intero giorno e giunse ancora la notte.
Poi di nuovo l'alba ed ancora Mezzogiorno, col Sole alto che batteva sul mare sinistramente piatto.
“Mi chiedo...” disse Idora “... contro cosa abbiamo urtato per affondare... forse un iceberg...”
“Sono acque miti...” l'uomo “... non ci sono iceberg...”
“Neppure scogli, essendo in alto mare...” Idora a lui.
“Forse contro qualche calamaro gigante...” mormorò l'uomo “... o qualche altro mostro marino...” per poi scoppiando a ridere.
La fame, la sete e forse la pazzia erano i nemici più pericolosi per loro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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