Esistevamo solo noi, nient’altro.
Il mondo intero stava bruciando?
L’apocalisse sembrava alle porte?
Una civiltà aliena era arrivata dal nulla e prometteva di distruggere ogni cosa?
Non mi importava, non ci importava.
Esistevamo solo noi, nient’altro e nessun altro.
Era difficile se non impossibile riuscire a spiegare il legame che sentivo con quei due uomini piombati dal nulla, erano miei e io ero loro in un modo che nemmeno credevo possibile.
Quando li vidi annuire e prendere le mie mani, poi, sorrisi, e mi voltai verso l’interno del palazzo.
Vorrei dire che ci lasciammo la distruzione alle spalle, ma anche all’interno era presente l’attacco che ci consumava all’interno.
Li portai con me all’interno della mia stanza, dove il grande letto di broccato col baldacchino troneggiava in mezzo alla stanza.
La testata del letto era interamente ricoperta di specchi, che creavano un mosaico riflettente, incredibilmente seducente.
Una volta dentro, con un cenno della mano chiusi la porta e guardai i miei due meravigliosi uomini.
“Benvenuti…” con fare solenne, regale, ma anche eccitato impaziente, mentre li guardavo negli occhi.
Abbassai le braccia, per poi tenderle verso di loro .
In quel momento, come se obbedisse a un comando inespresso, il mio abito scivolò a terra, e io restai nuda davanti a loro.
Il mio sguardo era ormai privo di qualunque mistero, era giunta l’ora per la passione di esplodere, incontrollata e selvaggia, potente e incontenibile.
E questa volta nulla ci avrebbe fermato.
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