Averli lì mi tranquillizzava, mi faceva credere che tutto era possibile, mi dava qualcosa per cui lottare.
Non che non l'avessi, avevo un intero pianeta di cui occuparmi, eppure in quel momento mi importava solo di loro.
Li sentivo parlare come se non ci fosse nessuna speranza.
"Vi ho chiamati qui proprio per contrastare questi nemici.." guardandoli "Siete i miei eroi, i miei condottieri... non vorrete deludermi!" con una voce dolce ma decisa.
Non amavo stare con le mani in mano, non amavo darmi per vinta.
Non volevo credere che non vi fosse niente da poter fare ma piuttosto percorrere ogni strada possibile per riuscire a sistemare le cose, per quanta distruzione potesse esserci, per quanto possa sembrare disperata la situazione ci doveva pur essere una speranza.
"Questo manufatto è molto antico, è un dono che mi è stato fatto molto tempo fa, che conservo gelosamente come una reliquia... è un pegno che parla di un mondo nascosto tra le stelle, di notti infinite e sogni senza limiti o confini..." spiego, tenendolo tra le mani "Va usato con parsimonia, ma io credo che questo sia il momento più adatto, mai nella storia vi è stato un momento tanto buio per Brazzen..." sospirai, e lo puntai su Cassiopea.
Questa allora si illuminò, sempre di più, sempre di più.
"Sta succedendo qualcosa..." con il cuore che batteva sempre più forte.
Erano anni che mi interrogavo su cosa fosse quel "qualcosa" che sarebbe accaduto puntando il medaglione verso la stella.
In quella sera terribile, nell'ora più buia, l'avrei scoperto.
E chissà che non mi avrebbe riportato alla luce.
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