Discussione: Accadde quel giorno
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Vecchio 22-01-2018, 17.15.07   #1957
Clio
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Accadde quel giorno

Il tempo passava, lento, inesorabile.
I sorsi di idromele ormai avevano raggiunto un numero indefinito, ma il suo effetto era ora immutabile.
Sentivo il prezioso liquido scorrermi in tutto il corpo, ma nulla di più.
Ogni minuto che passava era interminabile.
Dopo un po' il mio sguardo si ritrovò a vagare fuori dalla finestra: si vedevano ancora i bagliori delle fiamme.
Attendevo notizie, che però non arrivavano, né sui miei condottieri, né sulla situazione della capitale e nemmeno sulle tracce del nemico.
Allora decisi di alzami, lentamente, l'abito nero a scaglie faceva uno strano rumore ad ogni mio passo, una specie di fruscio metallico, leggero e costante.
Mi diressi verso il terrazzino dal quale normalmente parlavo al popolo.
Ciò che vidi mi lasciò senza fiato, senza parole.
Sgranai gli occhi davanti a tanta distruzione, e piano dentro di me inizio a crescere un sentimento di vendetta, furore atavico, odio senza pari.
La mia terra che sanguinava era come una ferita sul mio braccio.
Essa era parte di me, il suo dolore era il mio dolore, il suo benessere era il mio benessere.
Avrei trovato quei nemici e li avrei sbaragliati senza alcuna pietà, nessuno poteva permettersi di colpire così il mio popolo impunemente.
L'avrei fatto con o senza di loro.
Restai lì, a fissare quelle fiamme per un tempo infinito in cui contemplai nella mia mente ogni modo che avevo di usare la mia natura divina per risanare tutta quella distruzione.
Nel mio sguardo severo lampeggiavano lampi di odio, e desiderio di vendetta.

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