Clio mandò tutti via.
Tutto era tornato silenzio.
Nel palazzo, sulla capitale e nell'intero pianeta.
Gli unici rumori erano le macerie carbonizzate che si consumavano nel fuoco dopo quel brutale attacco nemico.
Tornò l'ancella con l'idromele caldo.
Poi arrivò anche l'altra.
“Mia dea, i due condottieri non si trovano.” Disse. “Li hanno visti partire con le loro navicelle e non sono più tornati.”
Elv guardò Gwen.
I suoi occhi neri e profondi attraversarono lenti lo sguardo verde di lei e poi tutta la sua figura avvolta in quella vestaglia di lino.
Poi sorrise piano, quasi malizioso, sicuramente sensuale.
“Capisco...” disse con tono basso e sensuale che sembrò scorrere lascivo sulla pelle della ragazza “... e dove eravamo arrivati con la nostra... discussione, mia cara?” Chiese.
Era ancora buio.
Quel rumore, poi una sagome oltre la tendina, dietro i vetri.
Altea si alzò, aprì la tendina e vide una figura.
Si stagliava nella penombra generata dal buio e dal vago alone delle torce sul camminamento esterno.
Era una figura indefinita, vaga, inquieta, notturna e silenziosa.
L'unica cosa viva erano i suoi occhi chiari che scintillavano nella notte.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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