Accadde quel giorno
Nessuno che sapeva niente!
Nessuno che mi sapeva dare una soluzione.
Ma io un consiglio che ce l’avevo a fare? Non servono a un accidente di niente!
Ero sempre più furibonda, camminava avanti e indietro nella stanza, ascoltando i “boh”, “Se..”, “Ma..”, “Non so..” di quegli inetti dei miei consiglieri.
Ci volle una soldatessa semplice per farmi distendere lo sguardo in un sorriso che se non era benevolo per lo meno era meno infuriato di poco prima.
Mi lasciai cadere sul trono, pesantemente, l’abito nero in seta e scaglie accarezzava lievemente la mai figura.
“Giusto per rovinarmi la giornata?” mormorai tra me, alzando gli occhi al cielo.
E non una giornata qualunque.. quella giornata!
La migliore della mia vita eterna!
“Adesso uscite di qui, perlustrate il pianeta alla ricerca di testimonianze, indizi, mi fate un resoconto dettagliato delle condizioni in cui verte Brazzen dopo l’attacco.. e solo allora vi ripresenterete alla mia presenza, è chiaro?” furiosa.
“Adesso andate… andate..” con un cenno della mano insofferente.
Se fossero rimasti cinque minuti ancora, avrei ucciso qualcuno.
Poi chiamai a me due ancelle.
“Tu!” dissi alla prima “Portami i due condottieri… subito!”.
“Tu, invece…” voltandomi verso la seconda “Portami da bere… idromele caldo!”.
Sprofondai ancora di più sul trono, fissando un punto indefinito nello spazio davanti a me, tornando con la mente a pochi momenti prima, quando ero preda del più intenso e meraviglioso amplesso che Brazzen avesse mai visto, o anche la galassia intera.
Le due ancelle erano ancora lì.
“E adesso lasciatemi sola!” tuonai, chiudendo gli occhi e sprofondando nuovamente nel ricordo di quegli attimi infuocati nell’attesa del ritorno dei miei due condottieri.
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