Capitan Fiore e Don Taddeon videro Clio, visibilmente seccata, alzarsi, coprirsi con velo che più o meno faceva il suo dovere ed uscire poi sul terrazzino.
Era ancora più bella ed eccitante.
La dea però vide qualcosa che mai avrebbe immaginato.
I cieli di Brazzen erano tinti di un rosso cupo.
Tutto in terra bruciava e si disintegrava.
Migliaia di persone, uomini e donne in fuga nella città che veniva avvolta da un Averno di fiamme.
In cielo fluttuavano migliaia di veicoli.
Navicelle velocissime che fendevano l'aria infuocata e vomitavano al suolo raggi laser distruttivi.
Su Brazzen era giunto l'Inferno.
“E' stato...” disse balbettando il cuoco ad Altea “... è stato il vostro schiavo... Didas ha detto che voi avevate ordinato cucinasse lui...”
Elv sorrise.
“Perfetto...” disse “... allora, l'ultima risposta... perchè ho fatto il pirata...” si sporse in avanti guardando Gwen negli occhi “... anche se non ho bevuto...” avvicinandosi a lei, alla sua bocca “... per questo...” e la baciò all'improvviso.
Un bacio caldo che la piratessa avvertì sulle sue labbra e sulla sua lingua.
La pressione della bocca di lui, la sua lingua che si faceva strada in quella di lei, i loro sapori che si cercavano, si trovavano e si univano.
Un bacio fatto di pura passione, desiderio, voglia di spingersi oltre.
Voglia di intimità.
Voglia del respiro di lei.
E non solo.