I due condottieri erano ormai al limite della sopportazione.
Clio, dea del piacere e del peccato, si era chinata su di loro, sulle loro virilità e le aveva fatte sue, assaporandole con la sua bocca ardente.
I due uomini gemettero a lungo, profondamente, con entrambi spinti poi ad accarezzare la bionda chioma della padrona di Brazzen.
Ma proprio in quell'istante nel palazzo cominciarono ad udirsi voci confuse e grida di paura.
L'energia che alimentava le lampade cominciava a venir meno e la luce nella sala iniziò ad essere incerta.
"Ehi..." disse Capitan Fiore, ancora visibilmente eccitato "... che diavolo succede?"
Don Taddeo allora guardò dalla finestra accanto a loro e notò lunghe e strane ombra avvolgere il castello.
E non si trattava del crepuscolo.
"Beh..." disse Elv riempiendosi il bicchiere "... per questa risposta senza sbornia credo occorra un incentivo... magari un pegno da parte tua una volta averla ascoltata... no?" Facendo l'occhiolino a Gwen.
Altea si immerse nella sua vasca, tra la schima soffice e profumata.
Restò nell'acqua pensierosa.
Hiss era il centro di quei pensieri, con tutti i suoi misteri.
Intanto era ormai prossima la sera.
"Milady..." disse Didas bussando "... cosa gradite per cena?"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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