Elv la possedeva con instancabile passione, con foga travolgente, facendo sussultare Gwen con sempre più ardore, tanto che ormai il letto su cui giacevano cigolava in maniera quasi ritmica.
Di sotto avrebbero sentito tutto ciò, ma i due giovani amanti erano incapaci di fermarsi, di rallentare quella loro folle galoppata d'amore.
Lei era preda del fervore di lui che spingeva contro il corpo della ragazza, facendola godere e strappandole avvampati gemiti con la sua potenza sessuale.
Gwen era bloccata, intrappolata nella morsa di quel corpo asciutto e muscoloso sopra e dal letto cigolante sotto, alla mercé della virilità di Elv che sembrava sul punto di esplodere.
E così fu.
Quell'esplosione di passione ed amore fu totale, investendola, riempiendola con tutta la sua virilità.
Le strappò un grido, mentre lui si abbandono ad un bellissimo e prolungato gemito liberatorio.
Gwen sentiva scorrere in lei tutta la linfa vitale di quell'amplesso, quel mare indomito che abbatteva ogni cosa riempiendola con la spuma salata delle sue onde indomabili.
E tutto ciò durò a lungo, facendo impazzire e morire più volte i due giovani innamorati.
“Oh, Gwen...” disse ansimando lui “... ti amo anche io...” cercando e trovando gli occhi verdi di lei.
Quell'urto e fu solo buio.
Altea forse sognò.
O forse no.
Si svegliò in una stanzetta bianca, molto simile ad una sorta di cella asettica.
Attorno a lei solo strani rumori.
“La-felicità-di-voi-uomini.” Disse il robottino a Clio. “Questo-è-il-compito-di-noi-robot-dottoressa. Rendervi-felici.” Cigolò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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