Quella stretta, quella stretta era l’unica cosa che mi importava in quel momento.
Era folle, assurdo, eppure era così, quel contatto, quell’abbraccio erano le uniche cosa che avevano senso in quel mondo pazzo e assurdo che vorticava introno a noi, dove ogni cosa era sottosopra.
Mi strinse ancora di più quando entrarono, e io mi feci piccola piccola tra le sue braccia, godendomi quella protezione irrazionale, perché era ovvio che nulla poteva proteggerci dai robot.
Eppure era così bello quel momento, e se doveva essere l’ultimo della mia vita, volevo assaporarlo fino in fondo, volevo perdermi in quell’abbraccio pensando a tutta la felicità che avremmo potuto avere se il mondo non si fosse capovolto.
Ma la voce metallica del robot mi riportò alla realtà, facendomi sbiancare.
“Ma noi..” provai a dire con un filo di voce “Volevamo solo concentrarci per trovare il segreto della felicità degli uomini come ci avevate chiesto, non è vero, Icarius?” guardandolo nei suoi profondi e bellissimi occhi azzurri.
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