Ricambiai il sorrisetto compiaciuto di Icarius a quelle parole.
Allora il mio sguardo accarezzò tutta la sua figura, uno sguardo lento, intenso, caldo.
Qualcosa che le macchine non avrebbero mai potuto capire, provare, sentire.
Quel fuoco che mi bruciava dentro, quell’incandescente sensazione che mi prendeva mentre lo osservavo, quello sguardo che per un momento ci estraniava dal resto del mondo.
“Oh, magari…” con un sorrisetto malizioso.
Eppure, non eravamo soli, le telecamere continuavano a sorvegliarci, come un occhio sempre fisso su di noi, togliendoci ogni libertà e privacy.
Mi avvicinai con lui al quadro che mi mostrava.
L’isola dei morti.. lo osservai attentamente.
Aveva un’atmosfera cupa e contemporaneamente di pace.
Sorrisi, pensando a come anche l’arte fosse qualcosa di precluso alle macchine, qualcosa di squisitamente umano… come l’Amore.
“É molto bello…” sussurrai, annuendo.
Poi lo vidi aprire una porticina, e mi illuminai.
“Oh, adesso mi piace ancora di più…” con tono caldo, per poi fargli l’occhiolino.
Non aspettai nemmeno che lui dicesse qualcosa, e scivolai all’interno di quella piccola apertura.
|