Sospirai.
"Sì, hai ragione…” guardando il robottino che ci faceva strada.
Tenevo la mano di Icarius, chiedendomi che cosa potesse provare lui in quel momento.
Per me era un posto estraneo, sconosciuto , ma per lui… chissà cosa provava nel vedere casa sua in quelle condizioni, sotto controllo delle stesse macchine che aveva creato.
Strinsi forte quella mano, e continuai a camminare.
Quando poi entrammo nella stanza, e mi ritrovai davanti quegli occhi rossi e terribili, fatti apposta per incutere terrore restai pietrificata.
Ma fu alle sue parole che mi si gelò il sangue nelle vene.
Istintivamente mi strinsi ad Icarius.
“Che cosa vuoi da noi, Gutalax?” gli chiesi, preoccupata e inquieta.
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