Trascorsero lunghi minuti di silenzio, rotti solo dal fragore di qualche tuono che seguiva il bagliore di un lampo.
Elv se ne stava seduto con la testa all'indietro sullo schienale della poltrona.
Gwen però non sembrava avere particolarmente sonno.
Ad un tratto sentirono un ringhio.
“Cosa...” disse Elv “... cosa diavolo è?”
Un attimo dopo sbucò di nuovo il cane di Elv, orribile con la sua pelle ancora più lacerata.
“Non può essere vivo...” incredulo lui.
All'improvviso una delle finestre andò in mille pezzi ed un'infinità di uccelli si riversò nella stanza, aggredendo Gwen, Elv e persino il cane.