Sir Dunmer ricambiò l'abbraccio della moglie e la baciò, le sue cure tempestive gli impedirono di perdere troppo sangue e non era debilitato più di tanto.
La compagnia percorse il resto della stanza fino ad una nuova rampa di scale che li condusse di nuovo all'aria aperta. Era calata la notte, e la luna piena rischiarava il tetro ambiente del cimitero, ormai silente.
Non si udivano più i lamenti dei non morti, solo degli ululati provenire dalla foresta limitrofa.
La loro destinazione era ancora piuttosto lontana e avrebbero dovuto trascorrere la notte accampati, almeno per riprendere parte delle forze perdute.
Dunmer prese la parola:
-Siamo arrivati molto in anticipo rispetto ai giorni che ci rimangono, onde evitare di venir uccisi domani perchè privi di forze, propongo di riposarci qualche ora facendo a turno la guardia ai compagni assopiti. Non appena saremo di nuovo in forma andremo in un sol colpo a prendere questo maledetto artefatto e lo porteremo al villaggio, se non avete nulla in contrario.
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"E cavalco via fra terre che roride e stanche ora piangon con me"
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