Mi svegliai di soprassalto..quel sogno..così strano eppure sembrava cosi vero, la voce di mio fratello che mi chiamava e poi quel drago.
Mi alzai e indossai un kimono e scesi le scale, ancora era notte e mi addentrai nel mio giardino privato, dove nessuno poteva avere accesso senza il mio permesso e solo le ancelle potevano camminarci quando ero presente.
Camminavo tra i viottoli di ciottoli di granito, marmo policromo e attorniati da siepi basse e rose profumate.
Mi fermai ad annusarne una purpurea, cercavo tranquillità dopo quel sogno.
Continuai il cammino lentamente, il vento sibilava tra gli alberi ben potati e alcuni mostravano le loro chiome che splendevano dei colori dell'oro, dell' alba e del tramonto. Il vento sibilava tra le varie canne di bambù poste vicino ai vari laghetti, ovunque vi erano disseminate siepi tagliate con delle immagini come dei cigni, le fontane gareggiavano tra chi trionfava di acqua irridescente, fresca e alta con i loro zampilli.
E mi sedetti di fronte a un laghetto, su una panchina di ferro cesellato con del quarzo; rivoli di acqua scorrevano da dei bambù tagliati e scendevano dentro di esso emanando quasi una melodia rilassante di acqua pura e attorno ballavano le ninfee con colori vivaci e dal profumo inebriante.
Riflettevo...
quanto era bella Serenica ma si doveva combattere, se il mondo fosse stato bello e tranquillo come questo Giardino...quel sogno, altro non era quel Drago la rappresentazione del Male, ne ero certa e guardai la Cappellina accanto dedicata al mio Santo Protettore, San Michele Arcangelo, dovevamo sgominarlo come aveva fatto Lui.
Mio fratello, il Principe Parotazmi, invocava il mio aiuto..forse davvero lo invocava, e se non avessimo trovato il giusto combattente sarebbero stati guai seri.
Oh..ve ne erano...pure tra i nostri soldati e mi scappò una risata quando mio fratello mi colse in fragrante con uno di loro in un bacio sfuggevole..il malcapitato ogni giorno doveva eseguire 1000 flessioni e molto di più. Ma presupponevo mio fratello lo odiasse proprio per la sua bravura nel combattere ma io da quella volta non volli più parlare coi soldati..e lui aveva proprio il colore degli occhi di quell' acqua chiara del laghetto..ma io ero una Principessa, lui un soldato e forse era lontano e mi aveva dimenticata
...presumo rimarrai zitella Altea!! ..
e trattenni ancora una risata pensando all' ultimo pretendente principe che per avermi aveva dovuto battersi a duello con me e io lo battei facendolo scappare a gambe levate e quello era proprio il mio intento.
Avrei voluto, ora, ridere assieme a mio fratello e una lacrima liberatoria, finalmente, scivolò sul viso.
Chiusi gli occhi per rilassarmi e stesi la schiena sulla panchina, sapevo i giorni a venire sarebbero stati difficili.