Era come il giorno di natale e del mio compleanno messi insieme.
Sentire del vero cibo sulla lingua, l'acqua morbida e il sapone delicato che non irritava la pelle come quella specie di cosa che vendevano allo spaccio.
Sì, ce l'avevo fatta davvero.
Ora dovevo solo...
Sobbalzai immediatamente a quel suono, che indicava l'ora della conta.
No, non era la conta, era solo il telefono.
Avevo persino smesso di telefonare negli ultimi anni, a nessuno importava più di me, nessuno mi aveva mai creduta.
Paradossalmente le uniche persone a cui tenessi ora erano dietro le sbarre, ma sapevo che sarebbero state felici per me sapendomi libera, e chi invece non mi sopportava... sarebbe stata felice di sapermi fuori dai piedi, anche se l'immagine di me in quel momento mentre mangiavo pesce crudo dal vassoio sontuoso di una suite in centro beh, le avrebbe provocato un infarto probabilmente.
Ma non mi importava, mi importava solo che ero di nuovo libera e... viva.
Però quel suono fastidioso continuava e mi mandava in bestia.
Finchè non rispondi..
Giusto, giusto.. dovevo assolutamente imparare di nuovo a vivere tra la gente normale, e riacquistare quelle piccole cose per cui: se il telefono suona, si risponde.
Allora mi sporsi, ancora avvolta nella vestaglia di cortesia che c'era lì nella suite e riposi.
"Sì, pronto?" con la voce più cordiale e distaccata che riuscissi a fare.