Elisabeth intanto vagava nella foresta, alla ricerca di quel qualcosa che sembrava chiamarla con tanta insistenza.
La Luna illuminava il suo cammino e la fitta vegetazione, al suo passaggio, sembrava aprirsi per accoglierla nel suo millenario seno.
L'aria era limpida e gradevole e la stelle splendevano come non mai.
All'improvviso udì dei leggeri passi ed una gradevole melodia.
E apparve davanti a lei una strana processione.
Quattordici ancelle, coperte solo da lunghi veli bianchi e trasperenti, circondavano un piccolo carro trainato da un cavallo nerissimo.
Alcune di esse suonavano dei flauti, altre, dai corni che portavano in mano, dispensavano nell'aria foglie d'orate.
Ad un tratto Elisabeth si sentì sfiorare.
Si voltò e vide un uomo, alto e con i capelli legati in una lunga treccia.
Aveva una lunga tunica nera bordata d'oro e recava sul viso una maschera di oro e ceramica.
"Io posso leggere nel tuo cuore, Elisabeth" cominciò a dire con un tono di voce delicatissimo "conosco le tue paure e le tue sofferenze. Vieni e troverai sollievo da esse..."
Elisabeth si guardò intorno e vide le ancelle che la circondavano in cerchio.
Le sorridevano e la inondavano di dolce musica e di foglie d'orate.