Faceva freddo nel camerino, quel pomeriggio. La temperatura si era abbassata e nessuno aveva provveduto a riscaldare quella stanza. Avevo la pelle d'oca, ma di lì a poco ci sarebbe stata la seconda parte della prova generale dello spettacolo,
Les nuits de Paris, e l'abito di scena era scollato. Era una performance impegnativa, dovevo restare concentrata, ma quella sera avvertivo qualcosa di strano, una sensazione negativa che non riuscivo a scacciare.
Mi guardai allo specchio, che mi rimandò l'immagine di una maschera, quella maschera che indossavo ogni giorno e che era famosa in tutto il mondo. La maschera che avevo creato io e che oramai non mi piaceva più.