Sentii i passi nelle scale.
Andai allora ad aprire la porta e dovevo ammettere che il mio citofono non gli rendeva affatto giustizia.
Era alto, moro, gli occhi scuri, profondi e decisi che mi fissavano, lineamenti marcati e perfetti e il fisico asciutto e ben fatto che lasciava emergere una muscolatura definita, ma non eccessiva.
Cercai di riscuotermi subito quando mi porse la mano, riprendendo a respirare.
"Sì, sono io..." risposi connun leggero sorriso, stringendo la sua mano calda e dalla stretta salda e decisa "Sì, infatti, prego" facendogli segno di entrare.
"Il set è di là" aggiunsi, indicandogli la stanza oltre una porta a soffietto.
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