La compagnia scendeva, attraverso quella botola, nelle profondità della foresta.
Giunsero così sul fondo di quell'ultimo cerchio infernale, che pareva un lungo corridoio.
Iniziarono a camminare, mentre le torce a stento illuminavano quello strano luogo.
Ad un certo punto si udirono degli strani versi. Simili a dei lamenti stentati.
"Ammone, presto" disse Guisgard "fammi luce in questo punto."
Ed appena la luce invase quella parte del corridoio, uno spettacolo innaturale e delirante si mostrò ai loro occhi.
Incatenati lungo le pareti del corridoio, con chiodi infilati nelle carni e lacerazioni su tutte le parti del corpo, stavano diverse persone, sia maschi che femmine.
Lasciati così legati a quelle inumane torture, i pochi sopravvissuti emanavano gli ultimi lamenti, mentre molti altri, per gli stenti, giacevano morti in un fetido nauseabondo...
Elisabeth intanto, proseguiva il suo etereo viaggio.
Stava immobile davanti a quella porta, quando sentì un calpestio.
Vide così una bellissima fanciulla che le sorrideva.
Elisabeth per un momento ebbe la sensazione di guardarsi ad uno specchio.
"Mi fareste una cortesia?" Chiese quella fanciulla. "Potreste avvertire il mio amato che questa notte io non verrò al nostro appuntamento?"
Ma all'improvviso si udì un ringhio.
In un attimo una terribile fiera, simile ad un grosso lupo, assalì quella fanciulla.
L'atterrò e la bloccò al suolo. Poi, come il più innaturale dei gesti, la prese con una violenza inaudita.
Poi, tra i fiumi di quella lussuriosa danza, la belva si voltò verso Elisabeth ed iniziò a ringhiare.
In quell'attimo la ragazza si destò. Era sudata ed agitata.
"Va tutto bene, brandui?" Le chiese la donna della capanna, mentre le asciugava il viso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 15-10-2009 alle ore 00.10.53.
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