Quel sorriso, quella frase mi strapparono un sorriso dolce e innamorato.
Quanto era dolce quando mi prendeva in giro?
A volte non lo sopportavo, a volte invece adoravo quel suo sorriso divertito.
Amavo tutto di lui, anche quel suo modo di fare.
Ad ogni "scema" mi innamoravo di più, ad ogni tentativo (vano) di farmi arrabbiare in realtà perdevo la testa.
Quanto era dolce quando faceva così?
Quando impazziva perché mi scivolavano addosso quelle provocazioni, che non facevano che intenerirmi.
Quanto era mio in quei momenti?
L'unica cosa per cui impazzivo era quando faceva battute sulle altre, scatenando la mia gelosia furiosa. Odiavo il suo essere galante con tutte, anche se infondo sapevo che era mio e solo mio, che ogni notte sorgeva solo per noi, che ogni alba ci coglieva abbracciati, a gustarci la profonda felicità dell’essere noi.
Sapevo che per quanto potessero provarci o illudersi le altre, lui ogni notte la passava con me, ogni sospiro ogni sguardo era solo per me. Quando mi diceva che ero sempre nei suoi pensieri mi sentivo la donna più fortunata del mondo, o forse anche di più, perché cose c’era di più prezioso dei suoi pensieri?
I miei occhi brillavano mentre quei pensieri mi facevano battere il cuore.
E poi, quel bacio.
Quel bacio meraviglioso, disperato, nostro.
Quel bacio che avevo aspettato un anno intero, anche se non l’avrei mai ammesso a me stessa.
Lo baciai, lo baciai con tutto l’amore che mi bruciava l’anima, con tutta l’intensità di quel sentimento così forte che cresceva in me giorno dopo giorno.
Lo strinsi a me, forte, bramando di sentire il suo corpo contro il mio.
Quel calore, quel contatto bruciavano la mia passione incontrollata.
Poi le sue parole sussurrate sulle mie labbra.
“Non l’ho rotto, l’ho solo spento per poterti parlare, per ideare un piano...” alzando gli occhi a cercare i suoi.
“Ora siamo insieme, questo conta... siamo i due migliori piloti cacciatori di Redemptio..” accarezzandogli il viso “Andiamo a vincere questa corsa!”.
Sorrisi, stavo andando contro tutto ciò in cui credevo per lui, e mi sembrava la cosa più naturale del mondo.
Forse lo era.
Lui era mio e io ero sua, dopotutto.
Insieme eravamo invincibili.
“Quando siamo insieme, nessuno può fermarci...” dolcemente, sfiorando il suo viso con il mio.
“Ma ci serve un piano prima di riaccendere il sensorphone..” guardandolo seria.
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