Ecco, allora vattene...
La presenza di Enner mi infastidiva, e molto, perchè se c'era una cosa che non sopportavo era l'idea di dover mostrare i miei stati d'animo ad estranei.
A noi non interessavano le prede, a noi interessava battere quelli dell'Ateismo, altroché.
Ora eravamo soli, soli.
Io e lui.
Come soli eravamo stati tante volte prima di quel maledetto inverno.
Restai a guardarlo in silenzio, per un lunghissimo istante.
Un istante in cui pensai a mille cose, belle, terribili, comunque sempre forti.
Non esistevano vie di mezzo con lui.
Avrei voluto dirgli mille cose, fargli tutte le domande che mi avevano tormentato in quei mesi.
Perchè lei? ad esempio.
Ma a quella domanda avevo già risposto tempo prima, quella non era nessuno, eppure l'insensatezza di quel bacio mi aveva ancora di più sconvolto.
Avrei voluto anche chiedergli che cosa provava per me, se mi aveva sempre preso in giro o se c'era qualcosa di vero.
Ma forse non era il caso, forse dovevo riuscire a controllarmi.
Se no rischio di mettergli le mani addosso...
"Non avrai vita facile qui, lo sai, vero?" dissi solo, guardandolo negli occhi.
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