Cittadino di Camelot
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Aprii il frigo e tirai fuori le ultime due lattine di birra rossa rimaste.
Sospirai con gli occhi in su mentre lo raggiungevo e gli porgevo una lattina.
Aprii poi la pagina dell'articolo e spostai il pc nella sua direzione.
" Chiunque frequenti anche poco le trafficate strade di Imperios, conosce benissimo, quasi a menadito, gli psichedelici schermi che ci accompagnano e ci cullano (o almeno lo credono loro) ventiquattr'ore su ventiquattro, o le tv che la fanno da padrone nelle case di ognuno, con la loro cruda e finta realtà.
Ma... Se vi dicessi che c'è chi si oppone a tutto ciò?
Che non vuole essere "cullato", non vuole restare in quel bozzolo di torpore indotto, come un malato in un coma farmacologico creato ad hoc da quelle medicine, le quali gli vengono somministrate poco a poco, giorno dopo giorno, che si insinuano prima sotto ogni strato di pelle, poi nel sangue ed infine raggiungono l'intero organismo, annientandolo.
Cosa mi direste di tutto questo?
Probabilmente non mi credereste; eppure, c'è chi fa tutto questo.
Non si sa chi siano, o dove operino, ma certo è che sia necessaria una notevole dose di incoscienza, follia e coraggio per opporsi attivamente al regime ribaltando l'ordine (artificialmente) naturale delle cose.
Potrebbe essere chiunque.
Vostro marito, vostra figlia, il vostro collega... E voi, sapendolo, come reagireste?
Come guardereste al ribelle, a questo novello Robin Hood che si rivolta contro i potenti per restituire la libertà al popolo?
Con disprezzo?
Ammirazione?
Sconcerto?
Paura?
Parafrasando un noto romanzo distopico, vogliamo davvero che un Grande Fratello superiore continui a convincerci che "Guerra è Pace, Libertà è Schiavitù e Ignoranza è Forza"?
Un Grande Fratello che ci incita a scannarci ed attaccarci l'un l'altro, autodistruggendoci reciprocamente senza una ragione e spettacolarizzando noi stessi ed il nostro dolore come animali da circo, che trasforma il rapporto tra "audience e media" in "vittima e carnefice", ma senza una sindrome di Stoccolma, per quanto malata, ad alleviarne le sofferenze.
Perchè che cos'è la vittima, in questo caso, se non un condannato a morte, che viene giustiziato per il pubblico ludibrio come i ghigliottinati nelle pubbliche piazze di tanti secoli fa?
Si può dire che Imperios cresca i suoi "soldati di violenza" a pane e sadismo, al monitoraggio passo dopo passo della morte, quasi come una macabra Via Crucis, stazione dopo stazione, nell'incitazione alla sofferenza e più la violenza aumenta, seppure nella sua crudezza, più il popolo esulta.
Perchè non è difficile affermare che la violenza e la promiscuità sono un po' come una fetta di limone: quando la si addenta, si storce il naso, si avverte il suo gusto acre ed aspro sulla lingua, ma stranamente ci piace e continuiamo a mangiarlo.
Ma siamo sicuri di voler continuare a gustare questa turpe realtà, oscena, immonda e inumana?
Lo vogliamo davvero?"
"Divertiti" dissi sarcasticamente, mentre aspettavo e prendevo un sorso di tanto in tanto.
Speravo gli piacesse, ero stata attenta ad inserire ogni dettaglio e ora ero impaziente di conoscere il suo parere.
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