Quella sera faceva un caldo anomalo ed io, vicino ai fornelli, sudavo copiosamente. Guardai l'orologio, chiedendomi perché lui stesse tardando... Probabilmente era stato trattenuto al lavoro, ma un colpo di telefono avrebbe potuto anche farlo. Sospirai, pensando che lui era fatto così, a certe cose non dava peso. La tavola era già apparecchiata, così spensi il fuoco e andai in bagno a lavarmi il viso accaldato. Guardandomi allo specchio, mi soffermai ad osservare i primi accenni di rughe, sul volto che stava cominciando a perdere la freschezza della gioventù.
Signora Gold, mi spiace, ma stai invecchiando...
Un sorriso mi salì alle labbra, seppur velato da un pizzico di amarezza, pensando al mio bellissimo marito che invece sembrava giovane come il primo giorno che lo avevo conosciuto. Col suo lavoro era spesso tra la gente, circondato magari da belle ragazze che di sicuro non restavano immuni al suo fascino. Nessuna donna poteva resistergli, di questo ero sicura.
Ma lui ama te, stupida... Smettila di fare questi pensieri e torna in cucina, che lui a momenti sarà qui...
Tornai di là e riaccesi il fuoco a fiamma bassa, per tenere in caldo il cibo che a lui piaceva bollente, ed andai ad aspettarlo in soggiorno. Nell'attesa, presi un libro da uno scaffale. Si trattava di una copia di Molto rumore per nulla di Shakespeare, che mi era stata regalata da mio marito molti anni prima. Aprendolo, lessi la sua dedica all'interno... "Alla mia Jennifer, che amo molto di più di quanto Benedetto abbia amato Beatrice". Sorrisi, ripensando ai tempi in cui non eravamo ancora insieme, ma ci punzecchiavamo come i protagonisti di quella commedia, nascondendo in realtà un grande amore reciproco. Era un gran peccato aver perso quella verve, quell'entusiasmo dei primi tempi.
Mia cara, così è la vita... Mi strinsi quel libro al petto, aspettando di sentire il confortevole suono della chiave che girava nella toppa.
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