Erano vicinissimi.
L'uno all'altra.
La fredda pistola di Guisgard era contro il caldo petto di Clio.
E poi le parole di lei.
Un lungo ed intenso sguardo fra loro.
Lui esitò.
“Io non uccido gente inerme...” disse “... neanche se sono canaglie di Uaarania come te...” e si allontanò.
Il suo braccio scese lungo il corpo, con la pistola ora verso il pavimento.
“Rivestiti...” mormorò, estrarre una seconda pistola.
Le scaricò entrambe, per poi gettarle su una poltrona.