Guisgard fissava Clio.
E lei entrò nei suoi pensieri, anche se solo per un attimo.
Scorse così le sue fantasie, i suoi desideri.
Non era immune al suo fascino.
L'aveva spogliata, vista nuda, toccata.
Ed era un uomo.
E come tale, naturalmente, il suo corpo reagiva al suo fascino, si lasciava eccitare.
Ma c'era qualcosa.
Qualcosa che lo bloccava.
Gli impediva quasi di amare.
Qualcosa di forte, che respinse i sensi di Clio che cercavano di decifrare i suoi misteri.
“Sei brava a fare il tuo mestiere...” disse lui, bloccando la lettura mentale di lei “... molto brava... lo fai con tutti i tuoi nemici? Li ecciti, poi li uccidi? Come la mantide che divora il maschio?” fissandola.
E Clio poteva però scorgere le sue fantasie da uomo.