Era un gioco audace, proibito, che stravolgeva ogni cognizione logica, ogni razionalità di Gwen.
Ra stesa su quel letto, stringendo le lenzuola fra le dita, con le gambe divaricate ed Elv chino a farla impazzire.
Sentiva, percepiva la lingua del giovane medico come se le stesse scavando dentro, penetrando nell'intimo, fino in fondo alla sua anima.
Si sentiva persa, meravigliosamente in balia di quel piacere ardente.
Ad un tratto però, mentre godeva di tutto ciò, intravide delle ombre nella stanza.
Due figure.
Un uomo vestito in modo distinto ed un altro, abbigliato in modo assurdo, quasi partecipasse ad un veglione di Carnevale, con un ridicolo vestito a metà tra un pagliaccio ed un cane.
La guardavano mentre godeva.